Lupatelli; Moro, D’Anna, D’Angelo, Lanna; Eriberto, Corini, Perrotta, Manfredini; Marazzina, Corradi. Questa la storica formazione del Chievo di Delneri, una matricola giunta in serie A quasi per caso. Questa squadra di una piccola frazione di Verona, guidata da un tecnico esordiente nella massima categoria, stravolge il mondo del calcio italiano con un 4-4-2 scolastico, ma al tempo stesso imprevedibile.
Eriberto (che qualche anno dopo rivelò di essere Luciano ed avere 4 anni in più) e Manfredini sono i segreti con le loro scorribande sulle fasce, Corini ha un piede che definire delicato sarebbe un eufemismo, mentre Perrotta è un genio negli inserimenti. Il portiere Lupatelli, bizzarro come il numero 10 che porta sulle spalle è una sicurezza e la coppia d’attacco formata da Marazzina e Corradi garantisce gol a bizzeffe. Cossato e Pellissier sono pronti ad entrare dalla panchina e risolvere le partite.
Questa squadra incredibile è stata capace di comandare la classifica come capolista solitaria per ben 8 giornate e di viaggiare per quasi tutto il campionato nelle prime posizioni. Ha vinto a San Siro contro l’Inter di Vieri e Ronaldo ed è riuscita, alla fine del campionato, a conquistare addirittura un posto in Coppa Uefa.
Calciatori che si trovano a memoria, gioco spumeggiante e freschezza atletica sono le caratteristiche di quella che viene definita come la squadra dei miracoli.
Iniziò lì la favola del Chievo, club che è ormai sinonimo di serie A. Infatti i gialloblu sono alla tredicesima stagione nel massimo campionato. Sergio Pellissier, autore di una doppietta nell’ultimo match contro il Cesena, è l’unico superstite di quella rosa ed è il primatista per presenze e reti nella storia della squadra.