L’ad della Juventus, Beppe Marotta, si è concesso ai microfoni de ‘Il Giornale’ rilasciando un’intervista fiume in cui sono stato toccati diversi argomenti a cominciare dagli addii di Bonucci e Dani Alves: “Bonucci? Premetto che l’allenatore non è la causa. Eravamo preparati perché nelle discussioni che normalmente si fanno erano emerse delle insoddisfazioni del giocatore. Dani Alves? Un fulmine a ciel sereno. Lui ha fatto una scelta che sembrava essere il City, poi è arrivato il Psg. C’è stato un momento di contrasto, perché ho fatto valere il rispetto del professionista nei confronti della Juventus”.
L’amministratore delegato bianconero anticipa una mossa di mercato in vista della prossima sessione estiva: “Priorità alla difesa? C’è Caldara, ma la carta d’identità dice che qualcosa va fatto. E lo faremo. Sono convinto che se vuoi vincere in Italia lo zoccolo duro deve essere sempre costituito da italiani. Quando vanno sui campi di provincia, gli stranieri fanno fatica a capire che contro la Juventus ogni squadra esprime sempre il massimo”.

Marotta svela poi il suo futuro: “Il mio percorso non è finito. C’è questa sfida di volere a tutti i costi arrivare alla Champions. Poi non mi vedrei in un’altra società; quando Agnelli lo vorrà, mi vedo in ambito federale”
Il dirigente bianconero manda infine un messaggio agli “invidiosi” in merito al Var, a Calciopoli e al caso biglietti-ultrà: “Noi comunque abbiamo l’obbligo di vincere. Siamo costruiti per lo scudetto, non conquistarlo sarebbe una sconfitta. Non temiamo il Var, anzi può legittimare le nostre vittorie. Ad esempio noi abbiamo già tirato gli stessi rigori – tre – della scorsa stagione. I forti generano sempre invidia. Si è galoppato sulla cultura dell’invidia così come non c’è la cultura della sconfitta”.