Riuscire a raccontare in 191 pagine di un libro la straordinaria storia calcistica di George Weah non sarebbe semplice per nessuno: l’unico Pallone d’Oro africano della storia protagonista di una carriera entusiasmante tra le big del calcio Europeo dal 1988 al 2001 con le maglie di Monaco, Paris Saint-Germain, Milan, Chelsea, Manchester City e Olympique Marsiglia, oggi è il Presidente della Liberia, primo calciatore della storia a diventare Capo di Stato. E raccontare la sua entusiasmante scalata politica sarebbe certamente ancor più complesso. Ebbene il giornalista Giuseppe Lombardo è riuscito nella titanica impresa di racchiudere nel suo libro “George Weah, il Sole dell’Africa” entrambi i percorsi di vita, di calcio e di politica di “King George” in un unico volume dalla narrativa scorrevole, semplice, sferzante.
L’autore del libro non ha messo da parte il proprio stile di scrittura, caratterizzato da un’unicità nel panorama giornalistico contemporaneo italiano: quella semplicità di un umorismo brillante ed educato che riesce a unire uno stile moderno a quell’eleganza un po’ vintage che è andata comunemente perduta. Uno stile da élite letteraria, alla faccia dell’anagrafe di Messina dove Giuseppe Lombardo è nato appena 32 anni fa, che racconta una storia avvincente e rivoluzionaria. Una storia di riscatto sociale ma anche di quanto lo sport riesca a premiare i talenti con meritocrazia, altrimenti sarebbe stato impossibile che quel bambino nato nell’indigenza della baraccopoli di Clara Town, a Monrovia, avrebbe avuto la possibilità di diventare prima uno dei più grandi (e ricchi) calciatori del mondo e poi addirittura il Presidente del suo Paese.

La storia di Weah che Lombardo racconta nel suo libro, edito da “Ultra Sport”, un marchio di Lit Edizioni, è una storia di un uomo dai sani principi, sempre orgoglioso delle proprie origini e vocato quasi per missione a un attivismo per fare del bene alla propria comunità. Consapevole della propria responsabilità, Weah ha usato la sua notorietà nel modo migliore possibile dimostrando come il calcio possa essere uno strumento per trasmettere e divulgare nobili principi e valori genuini oltre il terreno di gioco.

E se appena tre mesi fa a Monrovia Weah ha premiato Arsene Wenger con la più alta onorificenza della Liberia, ricevendo il titolo di “Cavaliere Commendatore dell’Ordine della Redenzione Africana”, è stata semplicemente la chiusura del cerchio iniziato in quel Monaco di fine anni ’80 dove sbocciavano un grande manager e un attaccante devastante. Weah è un tipo riconoscente e non si è mai dimenticato da dove ha ricevuto gli insegnamenti più importanti: se oggi la Liberia ha ritrovato una normalità democratica lo deve anche a tutti coloro che hanno favorito e indirizzato la strada per il successo del talento nato nella baraccopoli.

Alla faccia di chi già dopo 4 mesi dall’elezione parlava di “tradimento” e “delusione”, questo libro testimonia come Weah aveva già vinto ancor prima di iniziare. Per contestualizzare la sua esperienza politica, infatti, bisogna tornare indietro di 20 anni, ripartendo dalle sanguinose guerre civili e dai governi autoritari. Normalizzare un Paese così complicato non era facile per nessuno eppure l’ex calciatore del Milan ha favorito questo processo ancor prima di essere eletto Presidente, durante lunghi anni di militanza d’opposizione.
Una storia affascinante che merita non solo l’adeguata risonanza internazionale, ma anche qualcosa di più. E’ un modello, un punto di riferimento da illustrare persino ai bambini in modo semplice e leggero, tra calcio e politica. In questo, il libro di Giuseppe Lombardo può diventare un vero e proprio manuale. Un faro, una guida. Perchè la storia di Weah non è semplicemente una storia di pallone, ma dal pallone tutto è iniziato. E non è stato un viaggio da poco.