Intervista esclusiva de “La Gazzetta dello Sport” al difensore del Bologna Danilo Larangeira, che si racconta a 360°. Il centrale brasiliano è stato sempre uno di poche parole: “Mi piace giocare e basta, perché tante chiacchiere non servono, perché divento nervoso più pensando a dover parlare che nel preparare una gara di livello”. In carriera Danilo ha giocato anche la Champions League, la Copa Libertadores e l’Europa League ma confessa: “Non mi divertivo a giocare così tanto da almeno tre anni“. Sui momenti difficili di inizio stagione, Danilo afferma: “Facciamo un passo indietro: prima ognuno di noi sbagliava e in certi periodi mi hanno dato fastidio critiche anche pesanti su Inzaghi. A settembre dissi che la gente di Bologna sarebbe dovuta stare tranquilla, che ce l’avremmo fatta. Manca ancora poco ma l’accelerazione è stata notevole negli ultimi mesi. Io sapevo che questa squadra ha qualità, in tutti: prenda Palacio, oppure Pulgar, un fuoriclasse che sarà dura riuscire a trattenere, o Lyanco, bravissimo. Però, poi, fino a un po’ di tempo fa andavamo in campo e… Insomma: troppi pareggi e punti persi. Ma lo abbiamo fatto: quindi tutti eravamo colpevoli“.
Sul futuro del tecnico Sinisa Mihajlovic, Danilo aggiunge: “Si parla molto di psicologia applicata al calcio, e va bene, serve, aiuta, ma qui c’è un’idea di calcio perché lui è uomo di calcio. Testa e campo, la squadra palleggia, è aggressiva, prova, gioca, ha fatto punti. E anche noi in campo abbiamo cominciato a divertirci, coi risultati che via via ci hanno aiutati. Mi dispiacerebbe se andasse via“. Danilo è uno che parla poco, ma quando lo fa dice le cose in faccia: “Diciamo che preferisco solo poter dire le cose giuste nei momenti giusti. Un anno fa a Udine, dopo aver vinto a Bologna, dissi al figlio di Pozzo che certe cose non andavano bene. Le ho dette da capitano, da uno che sa come vanno le cose. E infatti ho anticipato i tempi, perché dopo abbiamo perso 11 partite di fila. Lo screzio dell’estate scorsa? Il direttore sportivo voleva mandarmi via. E a Frosinone. Io gli ho detto: se vuoi mandarmi via la squadra la scelgo io. Bigon e Inzaghi mi hanno voluto tanto. E sono qui, col contratto già rinnovato di un anno e, ora, con l’idea di conquistare la salvezza il prima possibile”.
Infine tre curiosità. Danilo è diventato padre a 18 anni: “Mi ha cambiato moltissimo: prima facevo un’altra vita, non ero uno responsabile. Magari avrei fatto il calciatore ma forse non questa carriera: negli ultimi 5 anni sono fra quelli che hanno giocato di più in Europa. Non sono un fenomeno ma affidabile sì“. Giocare per la parte sinistra della classifica nella prossima stagione: “Qui ho trovato gente perbene, bravi giocatori, belle persone. Sì, l’anno prossimo penso e spero si possa giocare nella parte sinistra della classifica: ci sono possibilità di farlo“. Infine, Danilo svela un suo rimpianto: “Il rimpianto vero è quello di non aver avuto Mihajlovic a 25 anni: con lui allenatore avrei potuto fare ancora di più”.