Il campionato di Serie A si è fermato per lasciare spazio alle Nazionali, negli ultimi giorni comunque sono arrivate alcune dichiarazioni che hanno portato più di qualche discussione e accentuato la rivalità con altri club, da Commisso a De Laurentiis fino ad arrivare a Petrachi, sono diverse le dichiarazioni da segnalare. Partiamo dal dirigente della Roma, Petrachi in conferenza stampa ha dichiarato: “Non siamo la succursale di nessuno e i vari Paratici, Marotta, hanno capito che non possono venire qui a dettar legge”, una bordata bella e buona nei confronti degli avversari, probabilmente non eravamo nemmeno abituati a dichiarazioni del genere, da questo punto di vista il calcio in Italia è cambiato tanto negli ultimi anni, c’è sicuramente più ‘pepe’ e meno dichiarazioni di facciata. Il riferimento dell’ex Torino è chiaro, i messaggi nei confronti di Juventus e Inter sono riferiti chiaramente alle trattative per Dzeko e Zaniolo o allo stesso Pellegrini, il messaggio di Petrachi è chiaro: c’è anche la Roma a dettare legge anche nei confronti di grandissimi club.

Il messaggio mandato da De Laurentiis può essere considerato ancora più forte. “Purtroppo quando ci sono certe partite bisogna molto spesso non rispettare i gradi di importanza delle componenti della squadra. Se qualcuno arriva in ritardo e quindi non ha avuto una preparazione adeguata forse deve lasciar posto a qualcun altro che ha fatto tutta la preparazione fin dall’inizio del ritiro”. Il riferimento era anche a Koulibaly? Probabile. Il difensore è stato veramente negativo nel match contro la Juventus, difficoltà in marcatura soprattutto in occasione della rete di Higuain ma anche e soprattutto il clamoroso autogol nel finale per il definitivo 4-3. Il presidente De Laurentiis ha rappresentato sempre una voce fuori dal coro dal punto di vista comunicativo, le sue dichiarazioni fanno sempre rumore, questa volta riguardano i propri tesserati. Infine le dichiarazioni del presidente della Fiorentina Commisso dopo i cori sull’Heysel. “Non voglio più sentirli né sull’Heysel né su Scirea. Si va contro i miei principi. E non voglio più neanche quelli contro il sud. Io sono calabrese, Joe Barone è siciliano, Montella è napoletano, attaccare i meridionali è attaccare noi. Non so chi abbia fatto quei cori, non li conosco, ma non voglio più sentirli. Ai leader della Fiesole dico: controllate i pochi che lanciano quelle urla. La Fiorentina è di tutti, mia, dei tifosi e della Fiesole. Quei cori e la violenza no”. La comunicazione negli ultimi anni sul mondo del calcio è cambiata molto, spesso si rischia anche di andare contro i propri interessi, considerando anche gli ultimi tre casi il rischio è di creare dei malumori o con i propri tesserati, con i tifosi ma anche e soprattutto in chiave mercato.