Christian Eriksen approda in Serie A. Il centrocampista danese non sarà un pioniere della sua terra nel nostro campionato. Basti pensare che già in questa stagione ci sono 7 danesi nella massima serie, con il Genoa che è una vera e propria colonia: Skov Olsen (Bologna), Lerager, Ankersen e Schone (Genoa), Kjaer (Milan), Cornelius (Parma) e Stryger Larsen (Udinese). E chi credeva che Eriksen fosse il primo danese nella storia dell’Inter rimarrà deluso. Ce ne sono stati, infatti, altri 3, tutti dimenticabili. E infatti i tifosi nerazzurri non li ricordano. Il primo fu Harald Nielsen, nel lontanissimo 1967. In nerazzurro solo 8 presenze, ma fece la storia del Bologna negli anni 60 con oltre 80 reti. Vinse due volte il titolo di capocannoniere e contribuì in modo notevole alla conquista dello scudetto del Bologna del 1963-64. Come dimenticare, però, Thomas Helveg, terzino destro e all’occorenza difensore centrale. Anche lui giocò con l’Inter nella stagione 2003-2004, dopo le buone annate con Zaccheroni all’Udinese e al Milan per diversi anni. Gli interisti lo ricorderanno specialmente per il rigore segnato alla Juventus nella semifinale di Coppa Italia, ma ancor di più per lo scambio con i cugini rossoneri con Cyril Domoraud, uno dei calciatori più scarsi visti in Italia, riuscito a rifilare al Diavolo. Il terzo e penultimo, visto l’arrivo di Eriksen, danese arrivato all’Inter fu Patrick Olsen che, anche essendo il più recente, dovrebbe essere facile da ricordare. Dovrebbe, appunto. Perché di Olsen forse si ricorda la mamma e qualche altro parente. Ad Eriksen spetterà il compito di spezzare il trend negativo dell’Inter con i danesi. Ma la storia degli scandinavi in Italia ha origini lontane, con i primi arrivati in Serie A nel Dopoguerra. Indimenticabile John Hansen della Juventus, che fu uno degli antesignani. Ma ce ne sono tantissimi che hanno avuto alterne fortune. Andiamo a ricordarne alcuni.
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Dane(si), ovvero coloro che hanno fatto bene
Michael Laudrup
Il danese più talentuoso visto in Serie A è sicuramente Michael “Miki” Laudrup. Giunse in Italia nel lontano 1982 grazie alla Juventus. I bianconeri, però, avendo già occupato la casella dei calciatori stranieri, preferì girarlo alla Lazio per due stagioni. Tornato a Torino nel 1985 fu protagonista della vittoria dello scudetto e del successo in Coppa Intercontinentale.
Martin Jorgensen

Un altro calciatore che si ricorda con piacere è Martin Jorgensen, centrocampista duttile che vestì le maglie di Udinese e Fiorentina. Divenne un uomo simbolo dei due club e realizzò anche 44 reti.
Preben Elkjaer-Larsen
Non poteva mancare uno degli artefici del miracolo Verona di Osvaldo Bagnoli che nella stagione 1984-85 vinse uno storico scudetto. Preben Elkjaer-Larsen arrivò per 2,5 miliardi di lire e grazie ad un suo gol a Bergamo contro l’Atalanta garantì la certezza matematica della vittoria del campionato. A Verona ancora lo ringraziano e ricordano quel vizio a cui non sapeva rinunciare: le sigarette.
Jon Dahl Tomasson
Difficile da dimenticare per i tifosi del Milan è sicuramente Jon Dahl Tomasson, lo “scorpione bianco”. Un centravanti di manovra, ma anche un finalizzatore che spesso veniva utilizzato a partita in corso come riserva di Pippo Inzaghi o di Shevchenko. Nella mente dei tifosi rossoneri rimarrà scolpita la gara contro l’Ajax ai quarti di finale di Champions League. Era il 23 aprile 2003. L’andata ad Amsterdam si era chiusa a reti inviolate. La squadra di Ancelotti chiude avanti il primo tempo con un gol di Inzaghi ma nella ripresa accade di tutto: Litmanen pareggia i conti al 63′, Shevchenko porta di nuovo avanti i rossoneri. Il gol di Pienaar al 78′ sembra spegnere definitvamente le speranze. Al 91° Inzaghi raccoglie una sponda di Ambrosini e in pallonetto supera Lobont. Tomasson ha la malsana idea di andare a toccare il pallone che sta per entrare rischiando di essere in fuorigioco e il linciaggio da parte del pubblico di San Siro. Il gol è però buono e il Milan vola in semifinale. I rossoneri elimineranno poi l’Inter in uno storico e vibrante doppio scontro e avranno la meglio della Juventus in finale ai calci di rigore, alzando al cielo la coppa dalle grandi orecchie. Il danese vincerà tutto in rossonero: 1 campionato, quella Champions, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e una Supercoppa Europea.
Martin Laursen

Uno dei calciatori danesi più ricordati dai tifosi è Martin Laursen. Il difensore centrale giocò prima con l’Hellas Verona, poi con il Milan a cavallo degli anni 2000. Discreti risultati per lui.
Per Kroldrup
Una delle paure più grandi che attanagliava i telecronisti negli anni 2000 era pronunciare il cognome del difensore danese di Udinese e Fiorentina. Stiamo parlando, ovviamente, di Per Kroldrup. Il gigante scandinavo riuscì a contribuire alle qualificazioni in Champions League delle due squadre.
Joachim Andersen
Joachim Andersen ha lasciato un’impronta significativa a Genova, sponda Sampdoria. Prima con le prestazioni in campo, poi con i milioni nelle casse di Ferrero dopo il passaggio al Lione.
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Dane(no), ovvero quelli dimenticabili
Brian Laudrup
Brian Laudrup arrivò in Italia nel 1992 alla Fiorentina e poi giocò nel Milan. Non lasciò lo stesso ricordo del fratello. Il sangue era lo stesso di Michael, il talento anche, ma si rivelerà tutto fumo e niente arrosto. Dribblomane e poco concreto, si riciclerà una buona carriera in Scozia con i Glasgow Rangers.
Christian Poulsen

Christian Poulsen lo ricordiamo più per il siparietto all’Europeo del 2004 che per altro. La Juventus lo acquistò nel 2008 tra lo scetticismo dei tifosi. Rimarrà in bianconero fino al 2010 dopo due stagioni negative ricche di battibecchi con gli avversari e cartellini. Di lui resterà quello sputo di Totti in mondovisione. Il capitano della Roma perse la testa dopo l’ennesimo fallo subìto. Quando lo videro a Torino in tanti avrebbero voluto imitare il “Pupone”.
Nicklas Bendtner
Per la serie ‘meteore’ (ma di quelle vere) non si poteva non parlare di Nicklas Bendtner. Da ragazzo prodigio con l’Arsenal alle 9 presenze e zero reti con la Juventus. Una carriera fatta di follie quella di “Lord” Bendtner. 50 giorni di carcere e una multa per aver picchiato un tassista. Dopo un eliminazione subita dallo United in coppa, si fa pescare sulle scale di un night club con i jeans arrotolati sino alle caviglie e in stato confusionale. Qualche bicchiere di troppo. Finita qui? Macché! Quando giocava nel Sunderland, si divertiva a sfasciare macchine parcheggiate con i compagni di squadra. Percorse contromano un tratto autostradale senza un incidente. Risultato? Patente ritirata per tre anni e multa di 147mila euro. Allora meglio tornare ai taxi. Già, ma quella è una categoria di mezzi di trasporto che a Bendtner non è che porti benissimo. Dopo una partita di Champions contro il Bayern Monaco, totalmente ubriaco, cercò di avere un rapporto completo con la…macchina di un tassista. In mutande contro la portiera. Ovviamente ne scaturì una rissa (tanto per cambiare). Anche con le mutande non deve avere un gran rapporto Bendtner. In molti dei suoi scatti sui social li dimentica e quando le indossa, in una delle due reti segnata al Portogallo in occasione degli Europei 2012, si abbassa i pantaloncini e le mostra, facendo pubblicità ad una nota agenzia di scommesse.
Christian Keller
A Roma, sponda Lazio, hanno dimenticato in fretta Christian Keller, passato senza fortuna anche dal Torino.
Kenneth Zohore
Scommettiamo che questo non lo ricordano nemmeno i tifosi della Fiorentina? Kenneth Zohore arrivò nella città rinascimentale nel 2012. Presentato come un fenomeno, vista anche la parentela con un certo Didier Drogba (cugino di secondo grado grazie alle origini ivoriane), dell’ex centravanti del Chelsea avrà solo la consanguineità.
I danesi della Reggina
Anche la Reggina ha avuto il suo periodo “danese”. In Calabria arrivarono tra il 2006 e il 2008 Kris Stadsgaard, Mike Tullberg e Nicki Bille Nielsen, tutti senza lasciare tracce significative in amaranto. Recentemente la squadra dello Stretto ha riportato in Italia Matti Lund Nielsen, protagonista della promozione del Pescara di Zeman, insieme a Verratti, Insigne ed Immobile.
Altri che forse conoscono solo i parenti
Sono passati dall’Italia anche Durmisi (Lazio), Makienok Kristoffersen (Palermo), Simon Poulsen (Sampdoria), Norgaard (Fiorentina), Rasmussen (Empoli e Fiorentina), Sorensen (Juventus e Bologna). Dite la verità, anche se sono stati in Serie A tutti di recente, ve li ricordavate?