Tra Coronavirus e futuro del Milan, arrivano importanti indicazioni da parte di Dejan Savicevic. L’ex calciatore sta affrontando l’emergenza, ma trova anche il tempo per parlare del club rossonero a ‘La Gazzetta dello Sport’.
IL MILAN – “Io sono stato benissimo e ho il Milan sempre dentro di me, così come i tanti amici di Milano e dintorni. Il calcio inteso come fatto tecnico adesso però è marginale. La preoccupazione maggiore al momento è quella della salute della gente. Ho visto immagini che non mi sarei mai immaginato di vedere, Cose da non credere. Siamo preoccupati tutti, anche nel mio paese ci sono tante persone che hanno legami con l’Italia e la cosa è terribile”.
IL CORONAVIRUS – “Da noi l’allarme è minore perché non ci sono tutti questi numeri di contagi e morti. Mi dispiace tanto per quello che è successo in Italia, ma anche in Inghilterra, o in Spagna. Credo che un po’ tutti abbiano sottovalutato il problema, d’altra parte non è facile combattere quello che non vedi. L’Italia è partita prima e ha pagato un prezzo alto, gli altri a ruota hanno commesso forse gli stessi errori. Ma bisogna essere fiduciosi e pensare che il calcio ripartirà, dopo che sarà ripartita la vita di tutti. La vita normale, non la quarantena in case più o meno confortevoli”.
IN MONTENEGRO – “Ottanta contagiati, la popolazione è minuscola rispetto all’Italia ma per ora stando alla cifre siamo in controllo. Il picco, come si dice da voi, sta arrivando, speriamo che non sia troppo difficile da affrontare. Per ora siamo come tutti, con i supermercati in parte chiusi, gli uffici sbarrati, la circolazione ridotta a zero. Ma è una situazione nuova, in cent’anni non si era visto nulla del genere, e non si può dare la colpa a nessuno per le misure prese più o meno nei tempi giusti”.
SULL’ADDIO DI BOBAN – “Non lo sento da un po’. Ma parlare del calcio adesso non è normale. Bisognerà aspettare il momento, poi si potranno fare tante valutazioni. Al momento mi preme la salute dei tanti che conosco a Milano. La salute del Milan viene di conseguenza”.