“Quella del 20 giugno è una data plausibile, se si riparte non ha senso fermarsi”, le ultime sulla ripresa

Francesco Vaia, della commissione medica FIGC e direttore sanitario dello Spallanzani ha fornito interessanti indicazioni sulla ripresa dei campionati
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“Quella del 20 giugno è una data plausibile, visto che mancano due quindicine, e l’incubazione e la asintomatologia si manifesta in due settimane. Osservato questo periodo, se non dovesse succedere nulla, siamo in presenza di una possibilità molto concreta di far ricominciare il campionato. Fermo restando che devono essere applicate tutte le regole di distanziamento, sieroprevalenza e sorveglianza”. Sono le dichiarazioni di Francesco Vaia, della commissione medica FIGC e direttore sanitario dello Spallanzani, in un intervenuto ai microfoni di Radio Punto Nuovo ha parlato della ripresa dei campionati: “I medici sportivi devono attenersi a queste regole di sorveglianza sanitaria. Ci sono regole di buon senso che vanno applicate, in linea di massima sono regole che hanno preso atto di quelle già stilante dal CTS della FIGC”.

IL MODELLO TEDESCO “Per me bisogna che chi prende la decisione, deve valutare cos’è un calciatore in questo momento. Parliamo di ragazzi giovani e forti, adesso siamo nella fase di declino, poi sono molto controllati. Far partire un campionato sapendo che se si contagia un calciatore si blocca tutta la squadra, si blocca tutto il campionato, è dannoso. Spadafora si assume le sue responsabilità come Ministro dello Sport, io in maniera personale, senza rappresentare alcunché, dico che alla fine prevarrà il buon senso. In questo mese che ci separa dalla ripresa del campionato, la curva epidemiologica continuerà a scendere e sarebbe plausibile poter iniziare. Gli strumenti tecnici, epidemiologici di controllo si possono trovare. La decisione è un atto politico, non tecnico, se vogliono riaprire con il calcio, troviamo le soluzioni. Se non si può riaprire, si dica e basta”.

IL PUBBLICO ALLO STADIO “Il calcio non deve sembrare un’area privilegiata del Paese, c’è bisogno ancora di attenzione alta. La gradualità ci può venire incontro, intanto cominciamo, osserviamo attentamente. A quel punto potrà arrivare il momento di portare gente allo stadio, per tenere persone distanziate c’è bisogno anche di un incremento del personale. Magari potrebbero essere trasmesse le partite in chiaro e torniamo alla mia domanda. Cos’è il calcio? La scienza deve essere neutra, senza farsi tirare la giacca da un lato o dall’altro”.

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