‘Mezzo destro mezzo sinistro – 2 calciatori senza pallone’, recita il titolo di un film di Sergio Martino con Gigi e Andrea. Ma se la finzione diventasse realtà? E se, al posto di due, i giocatori senza pallone fossero una banda di ragazzini delle scuole calcio? Il Coronavirus rischia di farci vedere anche questo. Il numero uno del Settore Giovanile Scolastico della FIGC, Vito Tisci, è intervenuto prima in una diretta con la scuola calcio ‘Cryos’, poi a ‘TuttoSportTaranto Web Magazine’ sul problema delle linee guida per la ripresa delle attività nei centri sportivi, chiarendo di aver fatto specifica richiesta di un protocollo ad hoc al Comitato Tecnico Scientifico. Ma le sue parole hanno scatenato un putiferio. Un errore di comunicazione forse, tant’è che in seguito lo stesso Tisci ha provato ad aggiustare il tiro. Queste le parole relative la primo intervento: “Ho chiesto di fare un protocollo per le scuole calcio con tutte le linee guida del caso. Si può fare allenamento individuale con quattro o cinque atleti per gruppo. Si può fare attività motoria. Non si può usare il pallone, non si può fare la doccia. Il genitore deve autocertificare che il figlio ha avuto o meno il Covid-19. Non si possono fare assembramenti e bisogna usare i dispositivi di sicurezza, come guanti e mascherine”.
Ora va bene tutto. Siamo in piena emergenza Coronavirus e anche se ci sono state delle riaperture non significa che bisogna abbassare la guardia. Ma giocare a calcio senza pallone francamente avrebbe del comico. Sarebbe come dire ad uno sciatore: “Guarda puoi portare la tuta, i guanti, ma non gli sci” o ad un nuotatore: “Apriamo le piscine ma puoi nuotare solo senz’acqua”. E’ chiaro che servono delle accortezze, ma è possibile allenarsi nelle scuole calcio in piena sicurezza. Movimenti tattici, sedute atletiche e anche tecnica individuale. A che pro togliere il pallone ai ragazzi? E specialmente dopo mesi chiusi in casa? Impazzirebbero. Una scuola calcio che non prevede l’utilizzo del pallone e delle partitelle non può definirsi tale.
Poi Tisci ha provato a correggere il tiro, Nelle ore successive, in collegamento con ‘TuttoSportTaranto Web Magazine’: “Si può usare il pallone, ma non si potranno fare i colpi di testa. Il pallone, come tutte le attrezzature, dovrà essere sanificato ad ogni uso. Bisognerà sanificare tutti gli ambienti. Non si potranno usare gli spogliatoi. Ci vorrà un percorso di entrata ed uno di uscita. All’impianto bisognerà arrivare già pronti con l’abbigliamento, per entrare in campo. Ci vorrà uno screening di tutti coloro che entreranno nella struttura, sia atleti che addetti ai lavori, con misurazione tramite termoscanner della temperatura. Dovrà essere presente un medico sul campo, regolarmente iscritto all’albo. Dovranno essere usati i dispositivi di sicurezza come guanti e mascherine all’arrivo nella struttura. Non si dovrà usare la mascherina in campo. Ci vorranno dei cestini esclusivamente per il fazzoletti usati. Dovranno esserci colonnine con i gel per igienizzare le mani. Non si potranno usare le pettorine. Mi rendo delle difficoltà che ogni società avrà nell’attuare queste linee guida. Noi abbiamo il dovere di rispettare le linee guide indicate dal governo e dal ministero dello sport. Stiamo ragionando per lo storno del quadrimestre bianco che abbiamo subito con lo stop delle attività. Spero che possano intervenire economicamente anche comuni e regioni”.
Ma anche in questo caso verrebbe meno uno dei fondamentali del calcio: il colpo di testa. Tornando sugli esempi fatti in precedenza potremmo dire ad un nuotatore di stile libero che può usare solo la rana? Il pallone e il colpo di testa servono, sono fondamentali. E prendendo in prestito una frase di José Luis Borges “Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per la strada lì ricomincia la storia del calcio”. Chi ha il coraggio di dire a quei bambini che iniziano così o nelle scuole apposite che non può prendere a calci un pallone? Chi?