La Serie A ed il parallelismo del post-guerra: il trionfo del Toro con un guizzo sulla Juve all’ultima giornata

Marino Bartoletti con un post su Facebook ha parlato della ripresa del campionato ed il confronto con la ripartenza del dopo-guerra

CalcioWeb

Il campionato di Serie A è pronto a tornare in campo per regalare spettacolo, l’appuntamento è previsto per il 20 giugno mentre l’ultima giornata si giocherà il 2 agosto. E’ stato pubblicato ufficialmente il calendario, successivamente sono arrivate le prime reazioni. Ecco quanto specificato dal giornalista Marino Bartoletti con un post su Facebook, interessante il parallelismo  con la ripresa del campionato nel post-guerra.

“Dopo l’assegnazione della Coppa Italia il 17 giugno, dopo i recuperi del 20-21 giugno (Torino-Parma, Verona-Cagliari, Atalanta-Sassuolo e Inter-Sampdoria) la Serie A di calcio riprende dunque ufficialmente a calendario pieno il 22 giugno con partite spalmate su tre giorni (22,23 e 24) e con orari che vanno dalle 17,30 alle 21,45, passando per le 19,30. Juventus-Lazio si giocherà il 20 luglio. La stagione si concluderà ufficialmente il 2 agosto E’ una soluzione molto audace e ambiziosa, con tutti i rischi che ovviamente comporta il fatto di giocare ogni tre/quattro giorni: parliamo di rischi fisici “professionali”, al di là di quelli del Covid 19 contro il quale si cercherà di prendere tutte le precauzioni che uno sport di contatto può consentire (i giocatori comunque verranno controllati quasi quotidianamente e naturalmente questi controlli non verranno “sottratti” alle necessità del resto del Paese). Tutti i commenti a questa iniziativa sono leciti. D’altra parte è giusto che l’Italia cerchi di rimettersi in moto in tutti i modi possibili. Il 3 si riapriranno le barriere fra le regioni, a metà mese quasi tutto andrà a regime – seppur con le dovute precauzion – spettacoli compresi. Inutile, a questo punto, fare non simpatiche graduatorie su che cosa sia più o meno importante. Tutto può servire, a seconda delle nostre sensibilità, per massaggiare la voglia di tornare a vivere.

Molti sostengono che “con tutti i morti che ci sono stati” non si sarebbe dovuto riprendere. E’ un argomento ovviamente molto delicato che coinvolge il dolore diretto o indiretto di tante persone (e di tante località particolarmente toccate): e nel dolore altrui non bisognerebbe mai entrare. Io sono molto serenamente convinto che quanti non ci sono più vorrebbero invece che noi continuassimo a vivere. Anche per loro

PS Nel 1945, dopo che l’Italia aveva perduto centinaia di miglia di vite umane, si volle immediatamente rimettere in moto lo sport (ovviamente assieme a tutto il resto). Il campionato di calcio terminò il 28 luglio. Lo vinse il Torino di un punto con un guizzo sulla Juve all’ultima giornata”.

Condividi