Uno dei calciatori più forti di sempre: Michel Platini. Dopo aver fatto sfracelli in Francia tra Nancy e Saint-Etienne, con la Juventus vince di tutto, dai titoli personali a quelli di squadra: 3 Palloni d’Oro (consecutivi), scudetti, coppe nazionali ed internazionali. Grande protagonista anche con la Francia: 11 anni, 75 presenze, 41 gol e la vittoria dell’Europeo del 1984. Chiude la sua carriera a 33 anni.
L’8 ottobre 2015, a seguito d’indagini della magistratura svizzera, viene sospeso per 90 giorni dal comitato etico della FIFA poiché accusato di avere illegalmente percepito, durante il 2011, due milioni di franchi svizzeri dall’allora presidente Sepp Blatter come compenso per consulenze svolte tra il 1999 e il 2002; in questo lasso di tempo cede le sue funzioni in seno all’UEFA al vicepresidente Ángel María Villar. Il successivo 21 dicembre il comitato etico della FIFA lo squalifica per otto anni (in seguito ridotti a sei) da tutte le attività calcistiche. Dopo il ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna, il 9 maggio 2016 la squalifica è ulteriormente ridotta a quattro anni; ciò nonostante, non essendovi stata la cancellazione delle accuse sperata da Platini, nella stessa data annuncia l’intenzione di dimettersi da presidente della UEFA. Il 25 maggio 2018 la giustizia elvetica scagiona Platini da ogni accusa, non avendo ravvisato reati nel suo operato; nell’occasione l’entourage di Platini rimarca la tesi secondo cui le false accuse rivolte nei suoi confronti, erano in realtà mirate unicamente a delegittimarne la carriera dirigenziale. Il 18 giugno 2019 viene interrogato «come testimone» dalla polizia francese, in merito all’inchiesta sulla presunta corruzione avvenuta circa l’assegnazione dei campionato del mondo 2022 al Qatar.
Gianmarco Pozzecco, ex giocatore di basket e allenatore della Dinamo Sassari, ai microfoni di ‘Sky Sport’ ha raccontato un aneddoto legato alla Juventus: “Massimo Bonini era il gregario di Platini. Una volta, nel corso dell’intervallo, ritornando in fretta negli spogliatoi ha trovato Platini che fumava. Lui stupito da questo avvenimento gli ha chiesto: ‘Michel, ma dopo ce la fai a correre?’. Lui con il suo charme gli ha risposto: ‘Basta che corri tu’. Questo per dire che alcune volte si possono concedere degli strappi ai fuoriclasse”.
Beppe Dossena, invece, raccontò al ‘Corriere dello Sport’: “Io ero nel settore giovanile della Lazio, allora. C’era il problema di Zoff che non stava facendo molto bene con la squadra titolare. Mi chiama a casa sua Cragnotti prima di un derby e mi dice: ‘Beppe, dobbiamo cambiare l’allenatore. Chiama Platini e senti se è disponibile a venire qui’. Io da casa sua chiamo Michel. E gli dico: ‘Michel, il presidente della Lazio vorrebbe parlarti perché vorrebbe proporti di allenare la squadra’. Lui mi risponde secco: ‘Io ci parlo volentieri con il presidente, però non vengo a sostituire Dino Zoff. Se voi lo cambiate per vostra scelta magari chiamatemi il prossimo anno, ma non sarò io a sostituire il mio amico Dino Zoff'”.