Calciatori e dirigenti del Seregno aggrediti: “è stato mandato un pugile al campo, il mandante è l’ex dg”

Calciatori minacciati e un pugile inviato nel campo di gioco, è l'assurda storia che arriva direttamente dal Seregno

CalcioWeb

Una brutta storia che arriva direttamente dal campionato di Serie C, esattamente dal Seregno. La squadra è stata minacciata e addirittura è stato inviato un pugile nel campo di gioco. “Indagherà la magistratura sulle motivazioni delle aggressioni e delle minacce, è iniziato tutto da quando ho annunciato di avere intenzione di vendere la squadra. Ci sono state minacce di morte al portiere, al vicepresidente, due giocatori sono stati picchiati da altri due ragazzi ed è stato mandato un pugile al campo a minacciare, ci sono le querele e io procederò a breve. Addirittura, davanti a testimoni, al portiere è stato detto che non avrebbe rivisto il figlio piccolo”, ha spiegato l’ex presidente Erba.

Secondo Erba il mandante sarebbe l’ex direttore generale della società Ninni Corda, sospeso nelle scorse ore. “Quando ho capito che stavano succedendo queste cose, ho provveduto a licenziarlo, ora capisco perché ci sono stati 250 mila tesserati in meno nel calcio nell’ultimo anno, è diventato un ambiente dal quale stare lontani e io sono stufo”. 

Corda ha poi replicato: “apprendo con stupore che l’opera di autodistruzione del signor Erba coinvolge anche la mia persona. In merito alle accuse rivolte alla mia persona, sono false e prive di fondamento. In 25 anni di carriera tra allenatore e dirigente non ho mai minacciato di morte nessuno, pur essendo entrato in contatto negli anni con almeno 2000 giocatori. Per tutto ciò ho dato mandato ai miei legali di denunciare in tutte le sedi il signor Erba per diffamazione a mezzo stampa, e sono disposto in ogni sede a parlare del metodo Erba. Più che altro il signor Erba si dovrebbe piuttosto preoccupare della grave situazione prospettata a me tramite sms, whatsapp ed email nelle scorse settimane”.

Infine Ghirelli: “la vicenda denunciata a Seregno, se confermata, è sconcertante. Questo non è sport, sono vicino ai calciatori. Il calcio deve esprimere rispetto, in senso assoluto. E lo stesso deve riguardare e gli avversari e i compagni. In definitiva, essere una squadra vuol dire avere valori comuni. Seguirò le indagini e, di conseguenza, agirò sempre per il pieno rispetto delle regole. Violenza e minacce sono atti da condannare sempre e comunque”.

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