“Da ragazzo ero fatto e finito per società e ambienti del sud. Tipo Roma, Napoli, Bari. Mi alimentavo con la vicinanza della gente, anche quando diventava morbosità. Ma alla fine non sono mai approdato in una di quelle piazze. Mi hanno guidato mio padre e il mio procuratore. Torino e la Juve mi hanno permesso di ritrovarmi in equilibrio. In una piazza incasinata, per come ero fatto, rischiavo che la bilancia tirasse solo da una parte“. Sono le dichiarazioni rilasciate da Gigi Buffon ai microfoni de “La Repubblica”.
L’ex portiere della Nazionale ha ammesso di essere stato, più volte, vicino a lasciare la Juventus durante la sua carriera, cosa che realmente ha fatto in una breve parentesi per andare al PSG e poi, negli ultimi anni, trasferendosi a Parma, la squadra che lo ha lanciato in Serie A all’inizio della sua carriera.
Eppure, per ben 2 volte il destino di Buffon sembrava potersi tingere di giallorosso. “Nel 2001, dal Parma, avevo quasi fatto con la Roma. Era questione di dettagli. Poi anche col Barcellona. Alla fine però sono andato alla Juve. – racconta Buffon – Poi nel 2005 c’è stata una grandissima società straniera che mi voleva, ma non l’ho presa in considerazione. Nel 2011 stavo di nuovo andando alla Roma: mi chiamò Montali, mi piaceva e con la Juve s’era rotto qualcosa. Poi però arrivò Conte e impose la mia presenza. Quando dal PSG sono tornato alla Juve stavo per andare al Porto. Avevo già visto i voli, la città. E altre due volte sono stato vicinissimo all’Atalanta. La seconda avevo deciso. Ma alla Juve mi conoscono come le loro tasche. Fecero una riunione: c’eravamo io, Paratici, Pirlo. Che mi disse: Gigi, cavolo, è il primo anno che alleno, sono venuto sapendo che c’eri tu… Cosa potevo rispondergli?“.