Federico Ruffo e l’indagine su Ndrangheta e Juventus: “dopo ho smesso di vivere”

Federico Ruffo, volto noto della RAI, racconta le conseguenze subite dopo l'indagine di Report su Ndrangheta e Juventus

CalcioWeb

È stato il lavoro della vita, ma dal giorno della messa in onda ho smesso di vivere“. Sono le parole di Federico Ruffo, volto di Rai Tre, in merito all’inchiesta, da inviato di ‘Report’, sulla Ndrangheta e i legami con la Juventus.

Ruffo, ospite della terza serata de ‘La Terrazza della Dolce Vita’, il ciclo di salotti all’aperto condotto da Simona Ventura e Giovanni Terzi al Grand Hotel di Rimini, si è concentrato poi sullo striscione esposto allo stadio che sbeffeggiava il grande Torino e la strage di Superga: “dalle intercettazioni era emerso che gli Ultrà avevano patteggiato con il responsabile della security della Juventus per far entrare quello striscione“.

Io mi aspettavo con ingenuità che tutti avessero rispetto nei confronti della verità e mi dessero solidarietà. Agnelli invece sventolava le sentenze e diceva che a Report ci eravamo sbagliati. Ma la storia dell’Ultras era surreale. La sentenza diceva che aveva portato oltre i controlli di sicurezza uno striscione da dodici per sei metri. Ma le telecamere mostrano la finanza che lo perquisisce e non trova nulla. Andrea Agnelli non poteva non sapere come era entrato allo stadio lo striscione che sbeffeggiava la strage di Superga“, aggiunge Ruffo.

Federico Ruffo ha raccontato anche di aver sorpreso due persone con della benzina sul suo terrazzo: “il mio cane ha cominciato ad abbaiare verso il terrazzo. Pensavo fosse un gatto e invece ho trovato due persone con della benzina. Questa è storia giudiziaria“.

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