Cori, striscioni e auguri di morte, la settimana nera del calcio italiano: “Ma cos’è diventato? Una giungla?”

Si chiude (si spera definitivamente) una settimana nera. Non ce ne voglia il buon Malesani: "Ma cos'è diventato il calcio (mondo)? Una giungla?"

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“Ma cosa è diventato il calcio? Una giungla?” Ci verrebbe da rispondere così, come fece il buon Malesani qualche anno fa in una conferenza stampa passata alla storia. Ci verrebbe da rispondere con ironia. Purtroppo, però, di ironico c’è ben poco. A cosa ci riferiamo? Dovrebbe essere ben chiaro. La notizia del giorno è il vergognoso striscione esposto questa notte fuori da Trigoria nei confronti di Zaniolo. Ultimo episodio però (si spera), di alcuni eventi che hanno caratterizzato in negativo la settimana del calcio italiano. Anzi, per l’esattezza, la settimana nera del calcio italiano.

La settimana nera del calcio (mondo) italiano

Settimana che si apre (sabato scorso) con i cori rivolti dagli ultras della Lazio all’Olimpico, durante la sfida contro la Sampdoria, nei confronti di Niccolò Zaniolo, il quale nella sfida contro la Juventus aveva riportato la rottura del legamento crociato. “Salta con noi”, cantavano i biancocelesti. Zaniolo protagonista, però, anche dell’episodio che ha chiuso la settimana. Lo striscione di questa notte, appunto: “Zaniolo come Rocca…Zoppo de Roma”. Francesco Rocca, la cui figlia si è indignata in merito a questo episodio, è una bandiera della Roma degli anni ’70 ritiratasi ad appena 26 anni a causa di un infortunio ai legamenti del ginocchio subito nel 1976. Zaniolo protagonista dunque, ahilui, degli episodi che hanno aperto e chiuso la settimana. E nel mezzo? Uno ben più grave, forse. Se non nel concetto quantomeno nell’importanza. E’ successo che un uomo, che in estate ha scoperto di avere la leucemia, dopo essere stato supportato da tutti, direttamente o indirettamente, all’improvviso viene insultato. Gliene dicono di ogni. Le cose peggiori. Anche auguri di morte. Perché? Perché, pubblicamente, ha espresso un pensiero relativo al suo orientamento politico.

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Una giungla? Sì, quando si agisce d’istinto come gli animali…

Qui non c’è solo il calcio di mezzo, anzi. Qui il calcio c’è solo per caso, perché Mihajlovic è un ex calciatore, adesso allenatore. Ma la frase che fu di Malesani calza a pennello. “Cos’è diventato (il mondo)? Una giungla?”. Sì, non il calcio (o non solo), ma il mondo. Una giungla? Dubbio lecito se pensiamo che la giungla è composta di animali e che questi ultimi agiscono d’istinto. Già, l’istinto. Quello che ti porta a compiere gesti come quelli raccontati sopra. Un coro, uno striscione, un augurio di morte sui social. L’istinto che assale la voglia di apparire, l’istinto che assale la ‘mania del like’ o di far vedere al mondo che io, laziale (ma di esempi di altre squadre ne possiamo fare a bizzeffe), ho un romanista come nemico. Perché nella mia mente il tifoso rivale è un nemico, un calciatore che ha subito un grave infortunio è un nemico. E io lo devo far sapere a tutti. Così come devo far sapere a tutti che un uomo (sia esso allenatore, sia esso ingegnere, sia esso contadino, sia esso malato, sia esso sano), se la pensa in maniera diversa dalla mia, non vale nulla, per me. Non serve, è inutile, lo cancello. E se fino a qualche settimana prima gli esprimevo solidarietà, beh, poco importa adesso. Cambiamo idea. Così, d’istinto. Come gli animali. “Ma cos’è diventato? Una giungla?”.

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