Una mossa che ha spiazzato tutti: Andrea Pirlo è il nuovo allenatore della Juventus. Il club bianconero ha deciso di silurare Maurizio Sarri nonostante la vittoria dello scudetto, il tecnico ha pagato la brutta eliminazione in Champions League agli ottavi di finale contro il Lione. E’ stata presa una decisione un pò controcorrente, quella di affidare la panchina ad un allenatore giovane e senza esperienza, si tratta di una mossa che può essere considerata azzardata ma che nel corso del tempo potrebbe confermarsi vincente. Pirlo ha le caratteristiche per diventare un ottimo tecnico, dovrà avere la fortuna e l’abilità di non fallire la prima stagione in panchina. L’obiettivo sarà quello di costruire una squadra giovane, di confermarsi in campionato e di rappresentare una vera e propria outsider in Champions League, di sicuro non partirà con i favori del pronostico. Abbiamo affrontato l’argomento con Franco Colomba, ex allenatore di Pirlo ai tempi della Reggina, ecco quanto dichiarato a CalcioWeb.
“Sono un pò sorpreso dalla scelta della Juventus, ma solo perché è arrivata in tempi così veloci. Non ho mai avuto dei dubbi su Pirlo e sulle sue capacità da futuro allenatore, ma non mi sarei aspettato un compito così importante già dalla prossima stagione. Può insegnare calcio e trasmettere idee. Tutto dovrà essere valutato in base agli obiettivi del club. Gli auguro il meglio, può togliersi tante soddisfazioni sulla panchina della Juventus”.
L’ESPERIENZA CON LA REGGINA – “Ai miei tempi non era ancora un allenatore in campo, ma comunque un punto di riferimento per tutta la squadra. La palla andava in banca, con Baronio formavano una coppia incredibile, per gli avversari era quasi impossibile prendere il pallone”.
IL CARATTERE DI PIRLO – “E’ un taciturno, ma in alcune situazioni riesce anche ad essere divertente. Quella della persona schiva è solo un’immagine, con il tempo ha dimostrato di avere personalità. Può sembrare una persona silenziosa, ma era uno dei più attivi”.
IL COMPITO DI ALLENARE GENTE CON RONALDO, CHIELLINI O BUFFON – “Non mi preoccupa, chi ha la sua personalità non può soffrire altri caratteri forti all’interno dello spogliatoio. Avrà bisogno di una squadra forte, solo così potrà dimostrarsi un allenatore all’altezza”.
IL RETROSCENA – “Lo lanciai a vent’anni, si presentò all’allenamento con una Porsche. Gli dissi che non era la macchina giusta e che non avrebbe fatto una bella impressione. Consegnò subito l’auto e la rispedì a Brescia, aveva recepito lo spirito giusto. E’ stata questa la sua più grande forza”.